Dall’inizio di febbraio sono morte 139 persone, di cui 120 civili, durante la caccia al tartufo. La ONG afferma di essere stata attaccata da combattenti dell’ISIS che si nascondono nel deserto o camminano sulle mine.
Secondo l’Osservatorio siriano, uomini armati ritenuti legati a cellule dell’Isis hanno sgozzato tre pescatori di tartufi che lavoravano nel sud della provincia di Aleppo. Almeno altri 26, compresi civili, comprese donne, sono stati rapiti.
I media statali siriani non hanno ancora fatto menzione dell’attacco, avvenuto nei pressi di siti di gruppi filo-iraniani che sostengono il regime del presidente Bashar al-Assad. Dall’inverno lo “Stato islamico” compie attacchi più mortali, nonostante la perdita del suo territorio nel marzo 2019 e le perdite subite dall’organizzazione terroristica per mano della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti.
L’Osservatorio siriano afferma che l’ISIS sta approfittando dei residenti di aree remote che cercano tartufi per attaccarli. I tartufi del deserto valgono un sacco di soldi e, a causa della crisi economica, a seguito della guerra civile iniziata nel 2011, sempre più abitanti del villaggio si avventurano nella raccolta.
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