Il risultato della più entusiasmante stagione di Formula 1 da anni è in parte nelle sue mani. Il direttore di gara Michael Massey (42) è l’uomo che determina fino a che punto Max Verstappen e Lewis Hamilton possono spingersi nella loro battaglia per il titolo mondiale. Un’introduzione all’australiano sconosciuto, odiato e amato sul ring.
Secondo un proverbio, il modo migliore per insegnare a una persona a nuotare è lanciarlo immediatamente in fondo. Bene, Michael Massey si è immerso inaspettatamente nel circo della Formula 1 il 14 marzo 2019.
Il disastro è avvenuto tre giorni prima dell’inizio della nuova stagione agonistica a Melbourne. Il rinomato direttore di gara Charlie Whiting è morto per un’embolia polmonare nella sua stanza d’albergo all’età di 66 anni. Massey, che ha gareggiato solo in 10 gare come “rookie”, è stato improvvisamente costretto a prendere il posto.
L’australiano è attivo nel motorsport da quando aveva 22 anni. Tra gli altri, come direttore di gara per i campionati Supercar, F2 e F3. Ma il ruolo del direttore di gara in Formula 1 è di tutt’altra dimensione. Poche funzioni sono sensibili come questa.
Prossimi Team Leader
Cosa fa Massey? Cosa no… è responsabile della sicurezza in pista (infrastrutture, bandiera rossa e safety car), guida l’ufficio tecnico, è responsabile dell’avvio di un GP e soprattutto: determina cosa si può e cosa non si può fare durante il gare.
In caso di incidenti, Massey decide se gli arbitri debbano intervenire. Tali situazioni sono raramente nere o bianche, e ancor più grigie. Data l’intensa battaglia tra Max Verstappen e Lewis Hamilton negli ultimi mesi, tutte le decisioni sono state sotto una lente d’ingrandimento. Dopo un altro incidente, i capi squadra e i piloti si girano sempre verso Massey.
“Le regole non sono ancora chiare”, ha brontolato Hamilton al direttore di gara la scorsa settimana. Soprattutto dopo il Gran Premio del Belgio, l’australiano era davanti a Gott che ha deciso di iniziare la gara dopo tre ore di attesa. Per completare due curve appena dietro la safety car.
Massey ha poi ammesso che questo approccio era sbagliato. “Ma puoi imparare qualcosa ogni giorno”, sembrava autocritico.
Safety Car e Max Verstappen al Gran Premio del Belgio.
Lasciali correre
Quindi, Massey non è il peggiore, anzi ha molti simpatizzanti nel mondo. La sua filosofia “lasciali correre”, che consente molto, è molto apprezzata. Sotto questo vessillo, ad esempio, sventoliamo ancora una volta la bandiera bianconera. “La versione motorsport del cartellino giallo”, secondo Massey, che voleva sbarazzarsi di tante piccole sanzioni.
Nel mondo dei galli della F1, Massey si muove anche in modo straordinariamente anonimo sui pascoli. Dal suo arrivo non ha imposto la sua volontà in maniera dittatoriale, ma Massey ha instaurato un dialogo aperto con piloti e squadre. “Non sono sempre d’accordo con loro, ma sono sempre disposto ad ascoltare”, ha detto in un’intervista.
Verstappen e Hamilton sapranno senza dubbio dove trovarlo.
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