Giovedì, la coalizione di estrema destra della vincitrice delle elezioni italiane Giorgia Meloni è iniziata male. Già durante la prima sessione del Parlamento c’era tensione tra i vari partiti.
Fonte: Belga
Sebbene il post-fascista Fratelli d’Italia di Meloni abbia ottenuto il 26% dei voti, sta collaborando con la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di destra dell’ex primo ministro Silvio Berlusconi per assicurarsi la maggioranza. Ma la distribuzione degli incarichi ministeriali nel futuro governo non sembra procedere senza intoppi.
Ad esempio, Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa e ora presidente del Senato, non ha ottenuto tutti i voti della coalizione di estrema destra. Molti senatori si rifiutarono di votare per lui e i voti rimanenti necessari per la sua elezione provenivano dall’opposizione.
Prima del voto, anche La Russa e Berlusconi hanno avuto un acceso scambio di parole. Il 75enne presidente del Senato è una figura controversa. Ad esempio, ha una statua del dittatore italiano Benito Mussolini nella sua stanza e l’ha definita non una stretta di mano durante la crisi del Corona, ma un saluto romano. (Per analogia con il saluto di Hitler, ndr.).
L’elezione di La Ruza, collega di partito, è stata una vittoria per Meloni. Allo stesso tempo, dimostra a molti quanto saldamente il partito, uscito da un movimento neofascista, ei suoi membri si aggrappino ancora a un passato oscuro e mai stabile.
E, secondo Berlusconi, la coalizione sta ancora discutendo sull’assegnazione dei vari ministeri. Ha espresso “grande dispiacere per i veti degli ultimi giorni nella formazione del governo” e ha chiesto “una cooperazione leale ed efficace per fornire al Paese un governo il prima possibile”.