Secondo Human Rights Watch, crescono le preoccupazioni che i dissidenti dovranno temere politiche più repressive dopo la fine del vertice sul clima. Gli arresti non sono stati ufficialmente confermati.
Gli attivisti per i diritti umani stimano che decine di migliaia di dissidenti siano stati imprigionati da quando il presidente Abdel Fattah al-Sisi è salito al potere nel 2013. Le politiche repressive oscurano la COP27 a Sharm el-Sheikh.
Human Rights Watch basa le cifre sui documenti dell’organizzazione per i diritti umani, la Commissione egiziana per i diritti e le libertà (ECRF), che ha già contato 700 arresti in tutto il paese dal 1° ottobre. Comprese le persone che hanno chiesto le proteste dell’11 novembre critiche nei confronti del governo. Le misure di sicurezza sono state rafforzate al Cairo, tra l’altro, nelle due settimane precedenti a quella data e i caffè sono stati chiusi. Le proteste sono di fatto vietate in Egitto.
L’economia egiziana ha risentito gravemente, tra le altre cose, della guerra in Ucraina. L’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari insieme agli alti tassi di inflazione, che colpiscono soprattutto gli egiziani più poveri, stanno causando malcontento nel Paese. La valuta locale, la sterlina egiziana, ha perso circa un quarto del suo valore dall’inizio dell’anno.