L’Italia è pronta a investire in Africa per ottenere l’energia necessaria alla crescita economica, ma anche per far fronte ai flussi migratori, ha detto sabato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
L’Eni, controllata dallo Stato, il più grande importatore di gas naturale in Italia, ha compensato lo scorso anno le minori forniture russe inviando maggiori volumi dall’Africa, dove è presente da decenni.
Legami più forti tra l’Italia e il continente potrebbero portare vantaggi reciproci, ha affermato Descalzi, aggiungendo che la Cina è stata in Africa negli ultimi 30 anni per estrarre petrolio, gas e beni essenziali.
“L’Italia è pronta a investire in Africa… anche questa è una necessità perché ormai l’energia scorre da sud a nord e dobbiamo indirizzare questo flusso nel nostro interesse e nell’interesse dell’Africa”, ha detto Descalzi. Un evento politico è stato organizzato a Roma dal partito del premier Georgia Meloni.
Il governo Meloni intende trasformare l’Italia in una porta energetica tra Europa e Africa, rispondendo alle richieste dei vicini di ridurre la dipendenza dalla Russia.
Finora sono stati annunciati pochi dettagli del programma diplomatico del governo, ma alcune iniziative concrete sull’Africa potrebbero essere annunciate il prossimo anno, quando l’Italia deterrà la presidenza di turno del Gruppo dei Sette.
Descalzi ha affermato che gli investimenti esteri in Africa non hanno ancora portato ad una crescita autosufficiente e che l’Italia potrebbe affrontare flussi migratori ancora più grandi poiché si prevede che la popolazione africana crescerà fino a 1,8 miliardi entro il 2030.
Eni ha recentemente annunciato un piano di investimenti pluriennali del valore di 7 miliardi di dollari in Egitto. Ha firmato un investimento multimiliardario in Libia e ha iniziato a costruire centri agricoli in diversi paesi africani per coltivare sementi per la produzione di biocarburanti. (Segnalazione di Francesca Landini; Montaggio di David Holmes)
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