Tuttavia, secondo l’economista dei trasporti Steve Prost (KU Leuven), il problema va ricercato altrove. “Dobbiamo accettare che in Belgio ci stiamo avviando verso un diverso tipo di economia. In alcuni settori i costi salariali sono semplicemente diventati troppo alti, questo sviluppo va avanti ormai da 30 anni.
Secondo Proust, in futuro i dipendenti saranno sempre più impiegati in altri settori, che richiederanno anch’essi una formazione sempre più specifica. “Anche nel settore dei servizi, ad esempio, e nelle aziende ad alta tecnologia, i cambiamenti a cui stiamo assistendo sono semplicemente inevitabili”.
Prost non vede l’attuale situazione dell’Audi come un disastro nazionale. “Guarda Van Hool, la metà dei dipendenti licenziati sta già lavorando altrove. Anche le persone dell’Audi troveranno un nuovo lavoro. Ma ovviamente la situazione rimane triste”.
Verhoeven continua a credere nel futuro delle case automobilistiche belghe. E i buoni numeri dello stabilimento Volvo di Gand lo dimostrano.
“Ma io sostengo un approccio diverso, in cui le auto elettriche svolgono una funzione complementare. Dovremmo concentrarci su auto più piccole che possano svolgere alcuni, ma non tutti, i compiti delle auto con motore a combustione”.
Ad esempio, vai al panificio o a scuola con la tua auto elettrica (distanze più brevi) e percorri distanze più lunghe con un’auto diesel o benzina. “Pluralismo invece di uno”Solo elettricoStrategia”, conclude Verhoeven.