L’Italia è passata per la cruna dell’ago nell’ottava finale dell’Europeo. A Wembley, l’Austria, candidata al titolo, è rimasta scioccata nei supplementari senza gol segnati nei tempi regolamentari: 2-1.
Scritto da Johann Innan
Il sogno degli italiani continua, ma per la prima volta la competizione è appesa a un filo. Nessuno dei partecipanti al Campionato Europeo ha pedalato in modo impeccabile come gli “scratra” attraverso la fase a gironi.
A Roma l’imponente serie si è ulteriormente ampliata: trenta duelli di imbattibilità e dieci reti inviolate consecutive. Chi è stata l’ultima persona ad interrompere per qualche tempo il progresso dell’Italia? Tony van de Peek, metà ottobre (1-1). Per più di mille minuti dopo, la squadra della reincarnazione di Roberto Mancini si è mostrata non solo nuova e attraente, ma anche esperta e tosta.
Gli italiani quasi inaccessibili hanno guidato dopo metà, in cui Niccol ப Barella, dopo un cross basso di un’azione brillante e creatore di sapore Leonardo Spinoza, ha affrontato il portiere Daniel Bachmann e Ciro Immobile ha attaccato il palo con un paradossale tiro all’anca. Dopo la pausa, l’Austria ha scioccato l’Italia, che è emersa nella categoria dei favoriti. E non solo un po’.
Dapprima David Alaba se ne è andato con una punizione da diciassette metri, regalando a Gianluigi Donorumma il primo svantaggio dell’Europeo. Tutte quelle grandi corse erano ancora finite quando Marco Arnadovic ha colpito la palla in lontananza dopo un bellissimo attacco austriaco. Dopo alcuni minuti di conferenza con il VAR, l’arbitro Anthony Taylor ha alzato la mano: Fuorigioco.
Questo Paese pieno di speranze e aspirazioni ha tirato ancora una volta un sospiro di sollievo, ma persistono i timori di una fine prematura della grande missione italiana e si sono sollevati interrogativi quando l’Italia è diventata improvvisamente irriconoscibile: rivali Turchia, Svizzera e Galles (che avevano perso 4- 0 in Danimarca il giorno precedente) Ha fatto l’immagine? Mancini avrebbe dovuto cambiare tutta la sua squadra nell’ultima partita del girone?
Il candidato al titolo ha dominato prima dell’intervallo, ma poi ha lasciato che l’avversario del gruppo Orange inavvertitamente fiutasse il sangue e gettasse sempre più lontano la differenza. Il miracolo del St. Bull Wembley, che tra due settimane sarà campione d’oro europeo, era nell’aria. Fino alla prima metà dei tempi supplementari.
Con quattro dei nuovi arrivati, Mancini aveva già abbassato la pressione sanguigna dei compagni. Due di loro sembravano fare il resto. Il primo fu Frederico Cisa, il cui padre Enrico pose fine alla situazione degli ostaggi proprio 25 anni dopo contro la Repubblica Ceca agli Europei. L’attaccante bianconero ha tenuto la palla bassa di testa e di un’area, poi ha trovato l’angolo lontano con l’aiuto del sinistro e di un piede di Alabama. Al rilascio si è occupato Matteo Pesina, tornando 2-0.
L’Austria non si è ancora arresa. Sasa Kalajjic si è infatti dimostrato un sostituto fiuto del gol, sfruttando lo spazio lasciato da un palo vicino a Jorgenho nell’angolino basso (2-1). Cioè, di conseguenza, la coraggiosa Austria sarà bloccata nell’ottava finale, dove venerdì potranno incontrare Italia, Portogallo o Belgio a Monaco di Baviera e sognare di tornare a Wembley per vincere il titolo europeo.
Italia Ha battuto il suo record mondiale durante la competizione Numero di minuti senza gol contro.
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