Di solito l’oscurità calante delle serate del MAS è già molto invitante, ma ora è data in più dai sette pilastri illuminati che da giovedì si trovano nella città anseatica. I promotori del progetto artistico sono l’artista di Anversa Adalbert Gans e Axel Daeseleire di Adamava Art Group. Il rappresentante di Anversa spiega il simbolismo dell’installazione: “Tutti noi attraversiamo un periodo buio con l’aura, ma c’è luce alla fine del tunnel”.
Jonas Ruskin
Al MAS cala la notte, i sette intriganti pilastri monolitici si immergono in un bagliore rosso. “Stiamo attraversando tutti un periodo storico oscuro. Il nostro modo di vivere è cambiato molto nell’ultimo anno e mezzo, la nostra libertà è stata ridotta e siamo finiti tutti in una sorta di isolamento”, afferma Axel Desseler. Siamo bombardati da segnalazioni di feriti e numeri, ma spesso l’impatto mentale sulle persone viene trascurato. Ultimamente gli artisti stanno scoppiando di creatività, ma non è stato fatto molto con questo fatto. Volevamo cambiarlo con Beacons of Hope and Light, dove vogliamo riunire di nuovo le persone. C’è una luce alla fine del tunnel. Speriamo che alcune variabili non lo fermino ora. “
Daeseleire e Gans hanno ingaggiato una serie di famosi artisti della parola che forniscono a ogni colonna una sceneggiatura personalizzata. Questi non sono gli ultimi: Tourist LeMC, Tom Lanoye, Jeroen Olyslaegers, Hilde van Mieghem, Vitalski e Maud Vanhauwaert. Anche Daisler stesso entrò nella sua penna e scrisse una poesia che ora si trova su un cartello vicino a uno dei sette pilastri. “Sto giocando con l’idea di applicare effettivamente questi script alle colonne in un secondo momento”.
La crisi del Corona ha assunto anche un aspetto molto personale per Axel Daeseler, dopo essersi ammalato gravemente all’inizio dell’epidemia. Nelle loro stesse parole, questo fatto non ha avuto alcun ruolo nella realizzazione del progetto.
I monoliti circonderanno l’istituto fino al 1 settembre. Quindi si spostano brevemente alla Verbeeck-Van Dyck Gallery, dopodiché il gruppo artistico vuole mettere all’asta le colonne separatamente. Vogliamo donare una grande parte del ricavato a un certo numero di enti di beneficenza. Stiamo pensando a vzw Mothers for Mothers, alla Princess Máxima Foundation e a un orfanotrofio in Cambogia”.
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