venerdì, Settembre 13, 2024

CombiConsult colma il divario tra farmacista e medico di famiglia

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La farmacista Valerie Mewis, oltre al suo ruolo di ricercatrice presso il SIR Institute for Pharmaceutical Practice and Policy, ha lavorato come uno dei primi fornitori di assistenza sanitaria farmacoterapeutica nella medicina generale. La sua esperienza nella cura dei pazienti è stata determinante nella sua ricerca di dottorato su CombiConsult, un nuovo intervento farmacoterapeutico, in cui una consultazione con un farmacista è collegata a una consultazione con un infermiere o un medico di famiglia.

Quasi vent’anni fa fece scalpore il cosiddetto studio HARM: il Drug-Associated Hospital Admissions Study mostrò che il 2,4% di tutti i ricoveri ospedalieri e il 5,6% dei ricoveri acuti erano legati al consumo di stupefacenti e che questi ricoveri, forse circa la metà essere evitato. Questi risultati hanno portato allo studio POINT, che ha dimostrato l’efficacia di un modello di collaborazione interprofessionale con un farmacista che lavora come fornitore di cure farmacoterapeutiche nella medicina generale. L’obiettivo era prevenire problemi di salute legati alla droga e il successivo ricovero ospedaliero.

In questo progetto, nove farmacisti – supportati da una formazione aggiuntiva – hanno continuato a lavorare nella medicina generale. Valerie Megves era una di quelle farmaciste. Il compito a tempo indeterminato che le è stato assegnato era: “Vedi cosa puoi fare”. Lavorare a stretto contatto con l’assistenza sanitaria, concentrandosi sul paziente, si è rivelato una buona soluzione per lei. “Mia madre era assistente di farmacia. Sono cresciuta con l’idea che il paziente viene prima di tutto e che bisogna ascoltarlo attentamente

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