La società energetica Engie ha annunciato i termini per un possibile ampliamento delle centrali nucleari belghe fino al 2035. La società francese non sembra voler sostenere i costi da sola. “Engie può entrare in questa estensione solo all’interno di un quadro di distribuzione del rischio equilibrato, con un quadro normativo chiaro, stabile e praticabile per gli investimenti richiesti, compreso un quadro chiaro per lo smantellamento delle centrali nucleari e dei rifiuti nucleari”, si legge.
A metà marzo il governo federale ha chiesto a Engi di prolungare di dieci anni la vita dei reattori Doel 4 e Tihange 3, fino al 2035. “Ciò significa che Engi dovrà svolgere il suo ruolo di operatore nucleare per molto più tempo del previsto. La società ha affermato che Engy sta contribuendo al riorientamento e sta lavorando con il governo per studiare la fattibilità e le condizioni per l’attuazione di questo nuovo scenario.
Engi ribadisce di aver già indicato che ci vorranno cinque anni per attuare lo scenario, in quanto la società ha indicato impegni stringenti relativi, tra l’altro, alla sicurezza nucleare. Il CEO belga Thierry Seigman ha anche affermato in precedenza che i reattori in questione sarebbero probabilmente chiusi tra il 2025 e il 2027, per poter apportare gli adeguamenti necessari.
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Il lavoro di ampliamento del reattore coincide anche con l’avvio e lo smantellamento dei reattori vicini, ha affermato Engi. Date le sue dimensioni, questa potenziale estensione presenterebbe un profilo di rischio che prevarrebbe sulle normali attività di un operatore speciale.
A breve termine, le priorità dell’azienda francese sono di “mantenere un elevato livello di disponibilità operativa, in vista dell’eventuale chiusura delle prime due unità quest’inverno (Doel 3 il 1 ottobre e Tihange 2 il 1 febbraio 2023, editore.† Nella seconda metà di quest’anno, la società prevede di iniziare la revisione triennale dei suoi impianti nucleari. Engy precisa: “Su quest’ultimo punto, seguendo lo stesso iter del 2019, questa revisione terrà conto di ogni necessario aggiornamento degli scenari tecnici ed economici, in particolare costi, tempistiche e tassi di sconto”.
Per finanziare lo smantellamento delle centrali nucleari belghe e lo smaltimento delle scorie nucleari serviranno fino al 2100 una cifra di 41 miliardi di euro. Nella controllata Synatom è già stato allestito un salvadanaio da oltre 14 miliardi, ma parte di esso è stato ceduto in prestito a Engie per finanziare nuovi progetti. Resta quindi da vedere quanto metteranno effettivamente sul tavolo i francesi.
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