Il Fondo monetario internazionale (FMI) prevede che Francia e Italia dovranno affrontare deficit di bilancio superiori al 3% almeno fino al 2029. Gli economisti del FMI prevedono quindi che i debiti di entrambi i paesi continueranno ad aumentare. Le proiezioni del FMI sono in conflitto con le aspettative dei governi di Roma e Parigi, che in precedenza avevano indicato che i deficit sarebbero stati ridotti al di sotto dello standard di Bruxelles del 3% prima del 2029.
“Stiamo parlando di Francia e Italia, ma ci sono molti altri paesi con deficit di bilancio spaventosamente elevati”
La Francia afferma che ridurrà il proprio deficit al 2,8% entro il 2029, mentre l’Italia afferma che sarà inferiore al 3% entro il 2026. Tuttavia, il FMI prevede che il deficit di bilancio in Francia rimanga al 6% fino al 2029. Anche se il deficit di bilancio italiano diminuirà nei prossimi anni, secondo gli esperti del Fondo monetario internazionale non scenderà certamente sotto il 3% nel 2026.
“La Francia è davvero il problema più grande”
L’economista della Camera della BNR Han de Jong ritiene che il deficit di bilancio dell’Italia non sarà poi così grave “se si ignorano i pagamenti degli interessi”. “L’Italia ha da molto tempo finanze pubbliche molto deboli”, dice de Jong, ma “il loro problema è che raramente riescono a superare il debito”. Secondo l’economista le previsioni del FMI per la Francia sono molto preoccupanti. “La Francia ha tradizionalmente avuto finanze pubbliche molto deboli”, con un deficit di bilancio “già” leggermente superiore al 3%, ma “non così spesso come adesso”.
De Jong spiega il deficit di bilancio notevolmente elevato della Francia a causa della crisi del Corona, affermando che “il deficit di bilancio è aumentato notevolmente durante la pandemia” e che “la Francia non è riuscita a ridurlo in modo significativo”.
Caos economico e sociale
Secondo de Jong, i Paesi Bassi mantengono il loro deficit di bilancio al di sotto dello standard di Bruxelles del 3% perché siamo un’economia. I Paesi Bassi si discostano dalla tendenza di molti paesi con deficit di bilancio “straordinariamente” elevati che non hanno prospettive di riduzione. Secondo lui questa tendenza è preoccupante: “Se i debiti aumentano in modo significativo, a un certo punto i governi non saranno più in grado di far fronte ai propri obblighi”.
Ciò potrebbe portare a “tagli folli” o default, portando al “caos economico e sociale”. Sottolinea che le economie non sono in una posizione forte e che la crescita economica in Europa è già “molto scarsa”. In queste circostanze, effettuare tagli per rimettere in ordine le finanze pubbliche, secondo de Jong, “spingerebbe ulteriormente l’economia verso il basso”.
Tuttavia, l’economista non ritiene che i governi riusciranno a frenare rapidamente le loro finanze. “Abbiamo molti obiettivi” nei settori della sicurezza, della digitalizzazione e della transizione energetica, che comportano tutti “oneri aggiuntivi”. De Jong afferma che è difficile immaginare come un processo per migliorare le finanze pubbliche possa “procedere senza intoppi” in una situazione in cui si parla di sovraccarico piuttosto che di portare le finanze pubbliche sotto controllo. Conclude che se i governi vogliono davvero fare qualcosa per la salute fiscale, ciò dipende principalmente da un “adeguato sostegno sociale e politico”.
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