Il Memorial Court, un’importante istituzione russa per i diritti umani, ne ha ordinato la chiusura. La sentenza è vista come un punto di svolta nella battaglia del presidente Putin contro gli avversari.
Con Memorial sparirà la più importante e antica istituzione per i diritti umani del Paese. La sentenza è frutto di una legge che deve impedire l’ingerenza di “agenti stranieri”. Decine di ONG hanno già dovuto smettere di operare in Russia con il pretesto di interferenze straniere.
L’avvocato di Memorial ha descritto la sentenza come politicamente motivata e sperava che avrebbe attirato l’attenzione della Corte europea dei diritti dell’uomo. Subito dopo la sentenza, sono scoppiate le proteste fuori dal tribunale di Mosca.
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Memorial ha studiato crimini e violazioni dei diritti umani sin dall’Unione Sovietica. Ad esempio, l’istituto stava lavorando su un database di persone che sono finite nei gulag, campi punitivi per gli oppositori del regime. Questo database minacciava di dare un volto a molte vittime del regime comunista. Soprattutto sotto il governo di Joseph Stalin, i dormienti venivano inviati in quei campi penali.
Negli ultimi anni, Memorial è stato al fianco del leader dell’opposizione Alexei Navalny, la spina nel fianco del presidente Putin.