Punti chiave
- Secondo la Corte dei conti europea, una proposta della Commissione europea volta a rilanciare l’industria degli armamenti dell’UE potrebbe trovarsi ad affrontare una carenza di finanziamenti.
- L’Unione Europea stima che nel prossimo decennio saranno necessari ulteriori 500 miliardi di euro in investimenti per la difesa, ma gli attuali livelli di finanziamento sono modesti e potrebbero non essere sufficienti.
- È probabile che i progetti su larga scala richiedano più di due anni poiché le risorse limitate sono distribuite su diversi progetti con un impatto incerto a livello dell’UE.
Secondo un recente avvertimento della Corte dei conti europea, la proposta della Commissione europea per rilanciare l’industria degli armamenti dell’UE presenta potenziali difetti. Il piano, presentato a marzo, stanzia 1,5 miliardi di euro per incentivare gli appalti congiunti delle aziende europee della difesa e promuovere l’espansione della capacità dell’industria.
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, molti paesi europei hanno aumentato le spese per la difesa. Tuttavia, la Commissione stima che nei prossimi dieci anni saranno necessari ulteriori 500 miliardi di euro di investimenti nella difesa. L’UE vuole affrontare la frammentazione e il ritardo dell’innovazione nel settore della difesa.
Paure
Questa proposta, che se adottata dovrebbe essere attuata tra il 2026 e il 2027, rappresenta il principale tentativo dell’UE di rilanciare gli investimenti nel settore della difesa. La Corte ha espresso preoccupazione per il fatto che i finanziamenti potrebbero non essere sufficienti per raggiungere gli obiettivi dichiarati. Esiste il rischio che risorse limitate vengano distribuite su troppi progetti dall’impatto incerto a livello dell’UE.
Inoltre, è probabile che la tempistica per i progetti su larga scala sia superiore a due anni. Sebbene i funzionari della Commissione riconoscano che l’attuale livello di finanziamento è modesto, insistono sul fatto che vale la pena creare un quadro giuridico per promuovere una più stretta cooperazione, con l’obiettivo di garantire finanziamenti aggiuntivi nel prossimo bilancio a lungo termine dell’UE.
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