24 marzo La ricerca ha iniziato ad aprire la barriera ematoencefalica con gli ultrasuoni
Recentemente è stato lanciato uno studio che testa un nuovo tipo di tecnologia per somministrare in modo più efficace il farmaco a persone con disturbi cerebrali. Questa è una tecnica in cui le onde sonore vengono utilizzate per aprire temporaneamente e localmente la barriera ematoencefalica, che è naturalmente presente per proteggere il cervello da influenze esterne dannose. Questo metodo innovativo viene ora applicato per la prima volta nei Paesi Bassi e speriamo che porti a nuove possibilità per migliorare il trattamento dei disturbi cerebrali in futuro.
La ricerca è finanziata dalla Brain Foundation ed è una collaborazione tra il Princess Maxima Center e Amsterdam, UMC, LUMC e UMC Utrecht. Attraverso questa collaborazione tra esperti con competenze diverse, la conoscenza di tutti i tipi di disturbi cerebrali viene combinata e si spera che alla fine la nuova tecnologia sarà ampiamente utilizzata in molteplici tipi di trattamenti.
“La barriera ematoencefalica è il meccanismo protettivo naturale del nostro cervello”, spiega Danis van Vorden, ricercatore principale e oncologo pediatrico presso Centro Principessa Maxima† Protegge il cervello dalle sostanze nocive, ma previene anche i farmaci. Quindi la barriera ostacola letteralmente il trattamento dei tumori cerebrali nei bambini. […] Rompere questa barriera con le vibrazioni acustiche può essere un passo importante per migliorare la sopravvivenza e migliorare la qualità della vita dei bambini con tumori cerebrali”.
Inizialmente, la tecnologia sarà applicata nella ricerca, una volta pronta, nel trattamento (sperimentale) di bambini e adulti con tumori cerebrali. L’ecografia focalizzata (FUS) viene utilizzata per aprire temporaneamente la barriera ematoencefalica e quindi migliorare l’accesso ai farmaci. Questo metodo non richiede un intervento chirurgico; Con una risonanza magnetica, nel sangue vengono create vibrazioni sonore altamente dirette e minuscole bolle, che provocano l’apertura temporanea dei vasi sanguigni. Questo può essere fatto esattamente nel punto del cervello in cui il farmaco dovrebbe fare il suo lavoro, in modo che la barriera ematoencefalica in altre parti del cervello rimanga intatta. Anche in Canada e negli Stati Uniti, questa tecnologia è attualmente allo studio come applicazione in terapia.
“Gli scienziati del cervello hanno fatto enormi passi avanti negli ultimi anni”, ha affermato Merrill Hymens-Visser, direttore della Brain Foundation. “Ora possiamo aprire la barriera ematoencefalica molto localmente e somministrare il farmaco in modo molto mirato. Finanziando questo progetto, noi come Brain Foundation vogliamo rendere possibile questa tecnologia anche nei Paesi Bassi”, afferma. Questa tecnologia sarà utilizzata per trattare i tumori cerebrali e testarli per la sicurezza nel morbo di Alzheimer. Ma possiamo trattare meglio più disturbi cerebrali come il morbo di Parkinson e la depressione con questa tecnologia”.
Il video di animazione qui sotto della Brain Foundation spiega come funzionano di nuovo la tecnologia BBB e FUS:
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