La Spagna è preoccupata per il forte aumento dei prezzi dell’olio d’oliva. Le organizzazioni per la tutela dei consumatori aumentano la pressione sul governo spagnolo e mettono in guardia contro la “speculazione”.
Il ministro dell’Economia spagnolo Nadia Calviño ha ammesso lunedì alla TV La Sexta che l’alto prezzo dell’olio d’oliva “è ciò che attualmente preoccupa di più le famiglie”. L’olio d’oliva è “il fondamento della cucina spagnola”. Pertanto, le aziende dovrebbero “fare sforzi” per “controllare i prezzi”.
Fino al 42%.
Secondo l’organizzazione dei consumatori Vaqua, il prezzo dell’olio d’oliva è aumentato del 42% dall’inizio dell’anno: da 6,91 euro/litro all’inizio di gennaio a 10,34 euro/litro a settembre. L’OCU, un’altra organizzazione di consumatori, aggiunge che il prezzo è molto più alto che nei paesi vicini. In Portogallo il prezzo dell’olio d’oliva è più basso di poco più di un quarto, mentre in Francia è più economico del 16%.
Secondo la “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”, il Ministero spagnolo dell’Agricoltura deve “adottare le misure necessarie per controllare la catena di produzione, garantendo che non si verifichino abusi e indagando su possibili speculazioni”. A metà settembre Calviño dichiarò di non essere a conoscenza di alcuna pratica illegale in questo settore.
Siccità storica con gravi conseguenze
La Spagna ha sofferto di una siccità storica negli ultimi due anni, che ha avuto un grave impatto sulla produzione di olio d’oliva. La produzione nel 2022-2023 è scesa a 673.000 tonnellate, meno della metà di quella dell’anno precedente, ha dichiarato su X (ex Twitter) il ministro dell’Agricoltura Luis Planas.
Secondo lui, quest’anno la resa sarà leggermente superiore, grazie alle piogge degli ultimi giorni. Tuttavia, la resa sarà ancora inferiore alla soglia simbolica di 1 milione di tonnellate.
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