Moody’s teme che le riforme non decollano.
L’agenzia di rating Moody’s è preoccupata per la politica italiana e teme che il Paese non porterà a termine alcune delle riforme strutturali necessarie con il nuovo governo. In un report di Moody’s l’outlook per l’Italia sta passando da stabile a negativo, il che potrebbe indicare un possibile rating più basso nel prossimo futuro. Tale giudizio è altamente significativo per il costo del prestito da parte di un paese.
Di recente, l’Italia ha un governo ad ampio raggio guidato dall’ex presidente apartitico della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi. Ha avviato le riforme per garantire i prestiti europei e riformare l’economia italiana. È cresciuto in modo relativamente lento nel corso degli anni e l’economia ha bisogno di migliorare attraverso la digitalizzazione e l’inverdimento, tra gli altri. Con questo, l’Italia è in grado di pagare meglio il suo elevato carico di debiti.
Nuove elezioni si terranno alla fine del prossimo mese, ma Moody’s vede già il rischio che le riforme non procedano a causa del “clima politico”. Potrebbe anche influenzare la capacità dell’Italia di prendere in prestito di più dall’Europa.
Moody’s è anche preoccupato per la ridotta fornitura di energia, che potrebbe danneggiare la crescita economica. Crescita economica più lenta, oneri finanziari più elevati poiché il mercato ha meno fiducia nel tasso di cambio italiano e una politica fiscale meno disciplinata sono i rischi che Moody’s vede.
All’interno dell’UE ci sono anche preoccupazioni per il costo del debito pubblico italiano. La BCE ha acquistato molti di questi prestiti negli ultimi anni come parte della sua politica di acquisto, ma da allora la banca centrale ha smesso di farlo. Di conseguenza, l’Italia sta pagando molto di più per prendere nuovamente in prestito denaro rispetto alla Germania, che è relativamente stabile. E dato che l’Italia ha così tanto debito, potrebbe portare a grossi problemi se le entrate pubbliche non crescono con esso.
(ANB)