venerdì, Novembre 15, 2024

L’Euro 7 rende le auto nuove più care di 2.000 euro, ma l’Italia vuole bloccare tutto | Auto55.be

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NUn nuovo conflitto in Europa è ora imminente sullo standard di emissioni Euro 7, dopo che le nuove auto con motore a combustione saranno bandite dal 2035. Ciò renderebbe le nuove auto molto più costose, ma l’Italia intende fermarlo.

Entro il 2025, l’Europa vuole introdurre un nuovo standard sulle emissioni con requisiti più severi da soddisfare per le nuove auto. Il contenuto di quella norma dovrebbe effettivamente essere noto a ottobre 2020, ma a causa di ritardi da parte dell’Europa, ciò è avvenuto solo a novembre 2022. Le regole esatte devono ancora essere approvate e, come per il divieto delle auto con motore a combustione – dove la Germania, tra gli altri, ha fatto un’eccezione per gli e-fuel – questo a volte può causare problemi.

L’Italia non voleva

Il ministro dei trasporti italiano Matteo Salvini (Lega Nord) vuole bloccare lo standard Euro 7 bloccando una minoranza all’interno del Consiglio europeo. Per questo guarda in direzione di paesi come Bulgaria, Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Portogallo, Ungheria e Slovacchia.

Le principali case automobilistiche come Renault, Stellantis e Volkswagen hanno già sottolineato che lo standard Euro 7 è una perdita di tempo e denaro. I grandi investimenti per adattare le auto alle nuove esigenze sarebbero spesi meglio per la conversione elettrica, a quanto pare. Il nuovo standard non solo impone requisiti più severi in termini di emissioni, ma richiede anche che le auto durino dieci anni o 200.000 km. Per la prima volta vengono prese in considerazione anche le particelle di polvere fine provenienti da freni e pneumatici.

2.000 euro sono troppo cari

L’ACEA, l’associazione europea dei costruttori di automobili, teme che lo standard Euro 7 avrà conseguenze importanti per i produttori e gli acquirenti di automobili. Ad esempio, il prezzo di acquisto di un’auto nuova aumenterà di 2.000 euro. I produttori devono investire molto in nuove tecnologie (ricerca, sviluppo, strutture di collaudo, ecc.) che verranno sicuramente trasmesse al cliente. ACEA avverte che non conviene più che i produttori investano in modelli più piccoli, il che significa che la gamma nei segmenti inferiori è molto limitata. Chiusure di stabilimenti, perdita di posti di lavoro, mercato dell’auto in contrazione del 7 per cento e minori investimenti sui modelli elettrici: Acea non ha prospettive. Chissà se l’Italia riuscirà davvero a mettere qualche bastone tra le ruote…

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