Cattive notizie per gli appassionati di sport invernali. Il Ministero della Salute italiano ha annunciato sabato che l’Italia rinvia la riapertura delle piste da sci dal 7 al 18 gennaio. Questa decisione è dovuta alla seconda ondata corona in corso nel paese dell’Europa meridionale.
Come molti paesi europei, l’Italia ha chiuso le sue piste da sci durante le celebrazioni di Natale e Capodanno come parte dei suoi sforzi per prevenire la diffusione del virus corona. Sebbene il numero di nuove infezioni sia sceso a circa 20.000 al giorno dal picco di novembre, il tasso di infezione è tornato a crescere negli ultimi giorni. Inoltre, centinaia di italiani muoiono ogni anno a causa di Govt-19.
L’Italia è stato il primo paese europeo ad essere stato duramente colpito dal coronavirus lo scorso anno. Nel nord, in particolare, gli ospedali si sono rapidamente allagati e il sistema sanitario è diventato più gravoso. L’epidemia ha il più alto numero di vittime in Europa con 75.000, il quinto più alto al mondo.
Il ministero della Salute italiano ha detto che le piste da sci saranno chiuse per molto tempo su richiesta delle autorità regionali e su consiglio di esperti sanitari.
Sabato le autorità italiane hanno registrato 11.831 nuovi contagi nelle ultime 24 ore, dimezzando il numero a 22.211 nuovi casi venerdì. Nelle ultime 24 ore, almeno 364 pazienti sono morti in Italia a causa dell’infezione corona.
La campagna vaccinale italiana, iniziata una settimana fa, non ha ancora preso slancio. Finora sono state iniettate circa 46.000, secondo i dati del governo italiano, mentre sono disponibili 470.000 dosi. Il governo, che ancora non vuole parlare di ritardi, spera che il numero di vaccini somministrati aumenti di oltre dieci volte entro mercoledì.
Secondo il quotidiano La Repubblica, l’inizio lento è dovuto al fatto che gli ospedali avevano meno personale all’inizio del nuovo anno. Il corriere Della Sera scrive sul giornale che i vaccini sono stati ricevuti prima del previsto e che molti ospedali prevedevano di partire solo il lunedì.