L’Italia sta adottando misure per garantire che le principali aziende tecnologiche partecipino ai costi di ammodernamento delle infrastrutture di telecomunicazioni del Paese, ha detto lunedì il ministro dell’Industria Adolfo Urso.
Le società di telecomunicazioni sostengono che Google di Alphabet, Facebook, Amazon, Apple e Microsoft di Meta dovrebbero sostenere parte dei costi di implementazione delle reti ad alta velocità perché rappresentano un’ampia quota del traffico Internet.
Deutsche Telekom, Orange, Telefonica e Telecom Italia lo chiamano finanziamento equo, mentre Big Tech dice che è una tassa su Internet.
“Stiamo lavorando tutti su questo tema. È importante che ci muoviamo in questa direzione”, ha detto Urso ai giornalisti a margine di un evento a Milano.
“È logico che le Big Tech contribuiscano al carico di lavoro affidato alle grandi reti di telecomunicazioni”, ha aggiunto.
Diversi politici al potere hanno presentato proposte in parlamento chiedendo alle Big Tech di negoziare le condizioni tecniche ed economiche per i salari delle società di telecomunicazioni.
La nostra “proposta mira a introdurre un contributo per sostenere gli investimenti nelle reti di comunicazione elettronica da parte delle piattaforme online, dei più grandi motori di ricerca online e dei fornitori di servizi di gatekeeper”, si legge nell’emendamento di Andrea Dara della Lega.
La mossa è sostanzialmente in linea con le precedenti iniziative elaborate a livello europeo per le elezioni dello scorso giugno, che hanno portato a un secondo mandato per la presidente della Commissione europea Ursula van der Leyen.