L’Unione europea sta agendo contro il Kosovo perché sta facendo poco per risolvere il conflitto con la minoranza serba. Tra l’altro, il sindacato sta lavorando per ridurre gli aiuti finanziari al piccolo Paese balcanico.
Il Kosovo ha combattuto per liberarsi dalla Serbia negli anni ’90, ma lotta ancora con la minoranza serba nella regione del confine settentrionale. Negli ultimi mesi le tensioni sono aumentate al punto che anche le forze di pace della NATO sono state attaccate e ferite. Il coordinatore per gli affari esteri dell’UE Josep Borrell ha affermato che il Kosovo sta fallendo “nonostante i nostri ripetuti appelli ad adottare misure per ridurre l’escalation e affrontare le cause profonde della crisi”.
Per questo i Paesi Ue hanno predisposto una serie di misure punitive, alcune delle quali sono già state attivate. Il portavoce ha affermato che altri potrebbero seguire l’esempio del Kosovo se il governo del Kosovo continua su questa strada. Al contrario, il ritiro è possibile anche se il Kosovo compirà “passi credibili e decisivi” per calmare gli animi.
“Nessuna sanzione”
Queste misure non dovrebbero essere chiamate sanzioni, ma piuttosto “conseguenze finanziarie e politiche”. Questi includono la “sospensione della cooperazione finanziaria” con l’UE e incontri e discussioni ad alto livello con funzionari dell’UE.
Il Kosovo era una provincia della Serbia, ma ha dichiarato la sua indipendenza nel 2008. Questa indipendenza non è mai stata riconosciuta dalla Serbia. Circa 120 mila serbi vivono in Kosovo, mentre 1,8 milioni di serbi vivono principalmente albanesi.
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