I giovani vivono a casa sempre più a lungo, anche se spesso lo fanno per necessità. La ricerca mostra che non è sempre benefico per la loro salute mentale.
Il fatto che oggi i giovani continuino a vivere con i genitori più a lungo è una tendenza alla quale Belgio e Paesi Bassi non possono sfuggire. I giovani spesso impiegano più tempo per completare gli studi, ma l’aumento vertiginoso dei prezzi degli affitti e degli immobili significa anche che impiegano più tempo per registrarsi nell’hotel “mamma/papà”.
Secondo una ricerca condotta in Svizzera, questo accade sempre più anche dall’altra parte del mondo Un vantaggio. In Australia, il numero di giovani costretti a vivere a casa è aumentato del 18% negli ultimi 20 anni, soprattutto tra gli adolescenti che non vivono nelle grandi città (+46%), i giovani più anziani (+36%) e i donne (+36% in percentuale), +28%) e gruppi a basso reddito (+10%).
Impatto sulla salute mentale
Lo studio mirava a scoprire l’effetto della vita a casa sulla salute mentale dei giovani, e i risultati tendevano a indicare un effetto negativo.
Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che vivere con i tuoi genitori più a lungo del necessario di solito non è una scelta personale, ma una necessità finanziaria. Inoltre, la nostra società valorizza l’autosufficienza e l’indipendenza, il che crea stress emotivo. Infine, vivere a casa può anche avere un impatto sulla possibilità di avere o meno una relazione, connessioni sociali e senso di privacy.
I ricercatori sottolineano che non tutti i giovani vedono negativamente la convivenza con i genitori, e c’è anche un gruppo che sceglie di rimanere un po’ più a lungo sotto la protezione dei genitori proprio a causa di problemi mentali.
La ricerca mostra che i gruppi socio-demografici che vivono a casa sono quelli che sono aumentati di più e hanno anche ottenuto i peggiori risultati in termini di salute mentale. I ricercatori chiedono quindi una politica che si concentri maggiormente sugli alloggi in affitto a prezzi accessibili.