“Benvenuti al Future City Theatre!” Sembra. Nel frattempo, per la terza edizione del Free Games Festival Playtime 2022, il Teatro Comunale di Bruges è stato trasformato in un’enorme sala giochi digitale da venerdì 16 settembre a domenica 18 settembre. Siamo andati nella capitale fiamminga occidentale e abbiamo parlato con l’organizzatore Peter Daevich, coordinatore del progetto Cultuurcentrum Brugge.
Teatro e giochi. Una cultura con la C maiuscola e un mezzo che è impossibile immaginare senza, ma che a volte è considerato intrattenimento infantile. A prima vista, sembra difficile conciliare i due, ma nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. L’acustica del teatro cittadino di Bruges esalta le allegre melodie che risuonano dalle macchine arcade, mentre le luminose luci al neon rendono più invitante l’arredamento antico dell’edificio. Dai giochi indie al piano di sotto (e sotto il palco!) ai giochi vintage nella sala giochi sopra con l’enorme schermo del teatro come il pièce de résistance: ovunque guardi, l’arte traspare.
In effetti, la combinazione di teatro e giochi non è insolita, afferma Devish: “I giochi sono una nuova forma di cultura. Alcuni temi sociali sono ben affrontati nei giochi, che possono essere più difficili per altre forme di cultura. Cerchiamo anche di mostrare questo edificio, E cosa succede in esso, ai giovani. Perché non capovolgiamo il caso e partiamo dal mondo dei giovani per metterli in contatto sia con il palcoscenico che con una particolare forma di gioco che potrebbero non lo sai anche tu?”
Ogni sala di Stadsschouwburg mette in evidenza un aspetto diverso del gioco. In Arcade Hall e Player Input Hall, giochi in E-Waste Arcades e nelle sale giochi di Devillés, due fratelli che fondono rispettivamente la loro passione per i giochi e la lavorazione del legno. Classici come Pac-Man, Tetris e persino Grand Theft Auto 3 vengono recensiti nella Retro Room. Guardando i giovani spettatori, abbiamo limitato al minimo i soliti exploit di GTA. Il gioco straordinario è qui: The Graveyard (Tale of Tales), dove controlli una debole anziana in un cimitero. Nella sala industriale ci immergiamo nel mondo della realtà virtuale. Infine, ci sono diverse attività, tra cui un laboratorio di progettazione di giochi (con il software Game Builder Garage o Unity), una festa al telefono! e Game Battles, in cui gareggi contro il famoso e accanito giocatore fiammingo William Boeva. Tuttavia, per non mettere in imbarazzo William troppo, abbiamo deciso di non gareggiare.
Nei sotterranei, ci addentriamo nell’universo tra arte e giochi, ciò che il curatore Zuraida Potter chiama anche “arti del divertimento”. La diversità è una risorsa. Troviamo molte creazioni nelle categorie di giochi di cucina e cibo, ragazze che fanno giochi e giochi di personaggi. Riguardo a quest’ultimo, ricordiamo in particolare Game of Me di Aley Baracat. In Game of Me, sfogli le note di pianoforte di Aaliyah, con le sagge frasi, la grafica e le scelte di Harry Potter (Ali dice che è stato ispirato dalle note “live” di Martin Riddle in Harry Potter e la camera dei segreti). Un’esperienza quasi intima che esplora i confini tra i diversi media.
Questa esplorazione sembra essere centrale anche in Game Talk sulla narrazione (organizzata in collaborazione con Howest – DAE). In esso, narratori non solo del mondo di gioco ma anche delle arti performative (Marthe Schneider, Robin Rodet, Gabriele di Franco, Jedidjah Julia Noomen e Dagmar Blommaert) spiegano il loro processo creativo. Una tavola rotonda meravigliosa e ben moderata che, nonostante il materiale un po’ astratto, è riuscita a rimanere accessibile al pubblico presente.
Naturalmente, Playtime fornisce anche una piattaforma per i giochi realizzati in Belgio. Devish: “L’interesse per i giovani sviluppatori è sicuramente lì. Ogni volta invitiamo sviluppatori di giochi che possono mostrare il loro gioco. Neanche questo deve essere un gioco finito; l’intento stesso è che forse è ancora presto e possono anche imparare dalle reazioni del pubblico. L’ultima volta penso che tre sviluppatori si siano offerti volontari, e ora ce ne sono dieci. Quindi siamo molto lieti di fare un passo avanti qui”.
In Indie Hall possiamo già trovare una ricca offerta composta da: Please, Touch The Artwork (Thomas Waterzooi), Maze’Em (Slappy Inc.), Rise of Humanity (Cybernetic Walrus), Baby Dino Adventures (Sleeping Panda Games), sU (Guillaume Bouckaert), Silent Dot (Sander Vanhove), Verses of Enchantment (Night Flame), Ghost on the Shore (come Charlie), Hijack Overdrive (Meteor Studios) e sostituibile (The Pack). Non ci sono film AAA, ma i giochi in primo piano sono ricchi di storie emozionanti, bellissime opere d’arte e design innovativo.
Uno sguardo promettente al futuro, in altre parole: qualcosa che si applica effettivamente a Playtime e al gioco nel suo insieme. Aspettiamo già la quarta edizione!
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