Martedì almeno 19.000 rifugiati dal Nagorno-Karabakh sono arrivati in Armenia. Lo ha detto in televisione il vice primo ministro armeno Tigran Khachatryan. È in corso il processo di esodo di massa dall’enclave armena, poiché nella zona occupata dall’Azerbaigian la scorsa settimana vivono più di 120.000 persone, la maggior parte dei quali armeni. Secondo l’Azerbaigian, le consultazioni odierne ad alto livello tra Azerbaigian e Armenia si sono svolte “in modo molto costruttivo”. Il consigliere estero del presidente dell’Azerbaigian vede opportunità per una via d’uscita dal conflitto sull’enclave armena del Nagorno-Karabakh, ha detto dopo una conversazione con il suo omologo armeno a Bruxelles.
I due hanno parlato su invito del presidente del Consiglio dei capi di governo dell’Unione europea, Charles Michel, da tempo mediatore nel Caucaso. Erano presenti anche i consiglieri per la sicurezza nazionale tedesca e francese e il rappresentante dell’Unione europea nella regione. Il consigliere estero di Michel era l’ospite. Il 5 ottobre è previsto a Granada, in Spagna, un incontro tra il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev, alla presenza di Charles Michel, del presidente francese Emmanuel Macron e del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Questo incontro era programmato da tempo.
La scorsa settimana l’Azerbaigian ha invaso il Nagorno-Karabakh, dove i separatisti di etnia armena hanno governato per decenni. Migliaia di residenti armeni sono fuggiti.
Nel Nagorno-Karabakh c’è grande paura nei confronti dei nuovi governanti e la situazione umanitaria è molto tesa. La Commissione europea ha annunciato oggi 5 milioni di euro in aiuti umanitari alle popolazioni colpite dal conflitto. La settimana scorsa è stata annunciata la prima rata da 500.000 euro. Si prevede che circa 25.000 persone beneficeranno degli aiuti.
Questa mattina Erevan ha annunciato che più di 13.000 rifugiati hanno trovato rifugio nella loro patria. La settimana scorsa, il primo ministro armeno ha dichiarato che il suo paese si sta preparando ad accogliere 40.000 rifugiati: in Armenia vivono 2,9 milioni di persone.
All’ultimo confine azerbaigiano arriva sul tetto una lunga fila di auto che trasportano i rifugiati e i loro beni più importanti. Alcuni attraversano il posto di frontiera a piedi. L’ispezione effettuata dagli azeri non si fa attendere: i soldati guardano nelle borse, guardano in macchina e non chiedono la carta d’identità. Per gli uomini l’esame dura un po’ più a lungo: devono stare davanti a una telecamera di sorveglianza.
Una fonte del governo azerbaigiano ha affermato che era in corso la ricerca di “possibili autori di crimini di guerra” in mezzo all’afflusso di rifugiati. Si dice che questo sia il motivo per cui i maschi tra i venti e i trent’anni furono fotografati all’ultimo punto di confine.
Il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev ha dichiarato lunedì che i diritti degli armeni nel Nagorno-Karabakh saranno “garantiti”.
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