Tuttavia, OpenAI avverte che l’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa ha reso più produttivi i diffusori di disinformazione. Ad esempio, i chatbot consentono loro di creare e tradurre più testo, con meno errori linguistici rispetto a quando le persone li creano manualmente.
Ci sono buone probabilità che tu stesso sia già stato esposto a disinformazione. Non è sempre chiaro quando ciò avvenga. Esistono diverse strategie che puoi utilizzare per determinare se le cose che vedi online sono reali o meno.
“Una strategia spesso utilizzata sono i titoli clickbait. Questi titoli non spiegano direttamente cosa è successo per farti cliccare su di essi, ad esempio ‘Non crederai mai a quello che ha detto questo politico.'” Lo scopo di questi titoli non è quello di informarti. , ma per portarvi su un sito web Certo, per esempio”, dice de Vogt.
Un altro esempio sono i titoli che utilizzano un linguaggio provocatorio. “Questo tipo di linguaggio non viene mai usato nel buon giornalismo e serve solo allo scopo di convincerti di qualcosa”.
Secondo De Vogt bisogna fare attenzione anche quando si tratta di rapporti unilaterali, nei quali non tutti i partiti possono parlare. Inoltre, aiuta a determinare chi è l’autore del messaggio. Infine, è utile verificare se il messaggio è stato ripreso da media diversi.