La VUB ha a che fare sempre più spesso con gli studenti che utilizzano le stanze per pregare in segreto. Questo è ciò che afferma il giovane N-VA VUB. C’è stato un tumulto anche questa settimana all’ULB quando è emerso un video di studenti che pregavano. Questo dibattito ha acuito le opinioni: un certo numero di sindacati studenteschi hanno ritenuto che le reazioni agli studenti fossero “stigmatizzanti” e “islamofobe”.
“Il libero pensiero fa parte del DNA della nostra università”, afferma Young N-VA VUB lodando Süleyman Çelik, “Il pensiero non dovrebbe mai essere soggiogato, motivo per cui siamo preoccupati per l’aumento delle sale di preghiera segrete alla VUB”. Secondo Selleck, le aule vengono sempre più utilizzate per la preghiera durante il normale orario scolastico, e Selleck è preoccupato e invita l’università a “rimuovere tutte le pratiche di tolleranza legate alle relazioni clandestine”. (Segreto e vietato dalla legge, ndr.) chiudere le sale di preghiera”.
In risposta al sito d’informazione Bruzz, con sede a Bruxelles, la VUB nega l’esistenza di sale di preghiera illegali. Un portavoce dell’università ha detto: “La VUB non è attualmente a conoscenza dell’esistenza di alcuno spazio segreto di preghiera o meditazione nel suo campus”. “In passato si sono verificati diversi casi di uso improprio delle aule e di altri spazi, dopo i quali l’università interveniva immediatamente e si rivolgeva agli studenti coinvolti”.
stigmatizzazione
Il comunicato stampa della Gioventù nazionalista fiamminga arriva dopo che l’università francofona ULB è stata colta nell’occhio del ciclone quando è apparso un video di studenti in preghiera. Il video – pubblicato sul sito del quotidiano La Libre – mostra alcuni studenti inginocchiati in preghiera all’estremità di uno dei corridoi dell’università, insieme a vari simboli islamici, come tappeti e vesti. Secondo l’università, i movimenti di preghiera spontanei sono diventati “diffusi” da quest’estate, ma in risposta al “rilevamento”, il rettore dell’università ha promesso di “fare qualcosa affinché le attività educative non siano ostacolate”.
Il dibattito è stato accanito, perché nel frattempo dodici società studentesche si sono fatte avanti per colmare il vuoto degli studenti partecipanti. Trovano “stigmatizzante” che l’università francofona “non intenda permettere la pratica comunitaria della religione”. “Questo fenomeno, che può colpire solo poche decine di studenti su 40.000, è esagerato”, hanno aggiunto in un comunicato stampa. Condannano le “polemiche anti-Islam” che distraggono dall’insicurezza studentesca e dalla violenza sessuale.
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