Il Partito Democratico (PD) italiano di centrosinistra eleggerà un nuovo leader alla fine di questa settimana, sperando di far uscire il gruppo dalla recessione e fornire una sfida credibile al primo ministro nazionalista Giorgia Meloni.
Devono essere eletti due candidati completamente diversi con idee diverse su come risollevare il partito dopo una serie di sconfitte elettorali.
Il presidente Stefano Bonacini è a capo della ricca regione settentrionale dell’Emilia-Romagna. Si presenta come un buon amministratore e un comprovato vincitore di voti, che cercherà un’alleanza interpartitica per sconfiggere la coalizione di destra al potere.
Affronta Ellie Schlein, una stella nascente della politica italiana, che vuole che il PD si sposti a sinistra e si unisca dietro valori fondamentali come l’uguaglianza di genere, i diritti LGBTQ, il cambiamento climatico e la riforma del lavoro.
“Non so se uno di questi due candidati riuscirà a portare Pti alla vittoria alle prossime elezioni, ma Bonacini avrà sicuramente un ampio appeal”, ha detto Sofia Ventura, docente di scienze politiche all’Università di Bologna.
“Il diritto appartiene a Schlein. Pensano che dovrebbe squalificare il PD”.
Il PD non ha vinto un’elezione nazionale dalla sua formazione nel 2007, ma si è dimostrato abile nel costruire coalizioni, consegnando tre degli ultimi sei primi ministri italiani.
Il partito stesso è stato lacerato dalle divisioni, ora è alla ricerca del suo nono leader in 16 anni, e le sue radici locali un tempo forti sono svanite, lasciandolo al governo solo in quattro delle 20 regioni italiane.
Identità perduta
L’ultimo presidente, Enrico Letta, si è dimesso dopo che il PD è arrivato secondo alle elezioni parlamentari del 2022. Ha pagato un prezzo pesante per non essere riuscito a stringere un’alleanza con il Movimento 5 Stelle e altri oppositori della coalizione di Maloney.
Sebbene il Movimento 5 Stelle si sia posizionato con successo come difensore dei poveri e del Sud, l’identità del PT è svanita. Il PD ha il sostegno delle élite urbane, ma ha perso il contatto con gli elettori della classe operaia.
Secondo i detrattori di Bonacini, il leader regionale 56enne rappresenta il passato, non il futuro. “È noioso come un becchino”, ha detto questa settimana il noto fotografo Olivero Toscani, esortando il PD a schierarsi dietro Schlein.
Se eletto, Schlein, 37 anni, sarebbe la prima persona LGBTQ a guidare un grande partito in Italia.
È europeista e femminista, ha radici ebraiche e ha sconfitto due affermati veterani del partito conquistando un seggio al secondo turno di domenica, aperto a tutti i residenti registrati in Italia. Il vincitore dovrebbe essere annunciato domenica sera.
Seggi elettorali improvvisati vengono allestiti in tutto il paese e i funzionari del PD sperano che parteciperanno almeno un milione di persone. Più di 3,5 milioni di persone hanno votato alle prime elezioni per la leadership del PD nel 2007, ma da allora il numero è diminuito.