Un’indagine internazionale avrebbe raccolto nuove prove di crimini di guerra commessi dall’esercito russo in Ucraina. Il rapporto, preparato dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), parla di molteplici violazioni dei diritti umani e torture.
fonte: Notizie CBS
L’organizzazione, un organismo europeo che mira a rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri nella sfera militare e umanitaria, ha pubblicato il rapporto giovedì scorso. Secondo il documento, i diritti umani internazionali sono stati violati in diverse occasioni nel conflitto russo-ucraino. L’esercito russo avrebbe commesso la maggior parte dei crimini.
Ad esempio, si parla di tortura di civili ucraini da parte delle forze russe. Diverse camere di tortura sono state trovate in un campo estivo a Potia, a circa 30 chilometri dalla capitale Kiev, che era stata occupata dalle forze russe per più di due settimane, secondo gli investigatori.
“A Zapochea, un villaggio nella regione di Botha, 18 corpi mutilati di uomini, donne e bambini uccisi sono stati trovati in uno scantinato: ad alcuni sono state tagliate le orecchie, ad altri sono stati strappati i denti”, si legge nel rapporto.
Reclutare
Il rapporto afferma anche che la Russia, di fronte a una carenza di manodopera dispiegabile, sta reclutando truppe in Ucraina nei territori occupati e le invia al fronte senza addestramento. L’escalation e il numero crescente di vittime hanno cominciato a provocare rabbia anche tra le comunità filo-russe. Secondo quanto riferito, diversi video pubblicati online mostrano le mogli dei coscritti a Donetsk e Luhansk che chiedono aiuto per i loro mariti e chiedono perché gli uomini senza un background militare sono costretti a combattere”.
Il rapporto discute anche dei centri di smistamento dell’occupante russo. “I cittadini ucraini vengono separati dagli altri lì e poi semplicemente scompaiono. I detenuti vengono anche consegnati alle autorità nelle regioni occupate di Donetsk e Luhansk, dove alcuni vengono condannati a morte”.
In un post su Facebook, l’ambasciata russa negli Stati Uniti ha respinto il rapporto come un tentativo di Washington di “destabilizzare le forze armate della Federazione Russa”.